Palazzo del Capitano del Popolo


Raggiungibile per le suggestive vie Vantaggi e Gabrielli, sorge nelle vicinanze di Piazza Giordano Bruno ed è anche noto come “Casa del Capitano del Popolo”. Il severo edificio fu eretto verso la metà del Duecento ed è una delle prime costruzioni pubbliche della città. Tradizione vuole che il palazzo fosse la residenza del Capitano del Popolo, carica che spettava al capo e rappresentante dei lavoratori iscritti alle corporazioni: suo compito era quello di difendere i lavoratori nei confronti del podestà, che spesso era, o appariva, il difensore della nobiltà e della borghesia. Quando nella seconda metà del 1300 la città passò sotto i Duchi di Urbino, la carica e l'ufficio del Capitano del Popolo furono soppressi e il palazzo fu venduto. Per qualche tempo vi abitarono i Conti Gabrielli, che nel 1800 lo vendettero. Il palazzo fu adattato come abitazione di diverse famiglie, finché l'eugubino Dante Minelli lo acquistò e restaurò, verso il 1970.
L’edificio è costituito da un piano terra, con i locali che erano a disposizione del pubblico; dal piano di mezzo dove era il salone di rappresentanza; e dall'ultimo piano, dove era sistemato il corpo delle guardie che il Capitano aveva a disposizione. La costruzione presenta una struttura solida, con finestre ogivali e cornici marcapiano. Molto interessante è un grande lavabo di pietra a tre rubinetti, esemplare raro e ben conservato.
Sul selciato antistante, si può vedere un pietrone ovale che potrebbe risalire all'epoca umbra; forse si tratta dell’ara sacra, cui si accenna nelle Tavole Eugubine.
E' tra gli edifici medievali meglio conservati, con un caratteristico bugnato nelle arcature. Comunemente segnalato, per tradizione, come residenza del Capitano del Popolo, è stata per certo la prima residenza della potente famiglia Gabrielli. Sul piano stradale di fronte è incastonato il “pietrone” dove sosta il Cristo Morto nella Processione del Venerdì Santo.

Oggi è adibito a museo delle torture, l'ingresso è gratis, ma una offerta è doverosa, in quanto al suo interno si trovano svariati strumenti di morte e tortura risalenti al periodo medievale.




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