Chiesa di Santa Maria della Vittoria


La tradizione vuole che qui il Santo di Assisi ammansisce con il segno della croce il lupo feroce che atterriva gli abitanti del contado di Gubbio intorno al 1222. L’episodio miracoloso narrato nei Fioretti è uno dei più conosciuti al mondo e sulla veridicità storica si è dibattuto a lungo. E’ possibile che il lupo, o la lupa, sia metafora di un bandito riconciliato con la città da Francesco, ma moltissimi studiosi parlano di un animale vero.


Appena arrivato a Gubbio il frate di Assisi non aveva una fissa dimora, solo nel 1213 il beato Villano, vescovo della città, concederà ai frati di stabilire una sede nell’antica Santa Maria della Vittoria. La costruzione originaria della chiesetta si fa risalire al secolo IX, nel punto in cui gli eugubini avevano battuto i saraceni. Per questo era stata chiamata Vittorina. All’interno, le pareti dell’unica navata, vengono arricchite, nel Quattrocento, con decorazioni a fresco, mentre sono seicenteschi i quattordici quadretti con le storie della Madonna.


La chiesa sembra sia stata donata al Serafico dal vescovo Villano all'inizio del sec. XIII. I Francescani la lasciarono verso il 1240 alle Clarisse. Nel 1538 le monache diedero in enfiteusi l’edificio alla Compagnia di S. Maria della Vittorina. L'interno è quasi interamente affrescato. La decorazione del soffitto è di scuola eugubina cinquecentesca. Alla base della volta, in 14 riquadri, sono rappresentate le Storie della Vergine. 
Numerosi affreschi votivi, per lo più dell’inizio del sec. XVI, ricoprono le pareti laterali della chiesa. Dietro l’altare, con bella mostra lapidea, è dipinta una Crocifissione attribuita a Orlando Merlini. Altre pitture si trovano nella cappella laterale (Storie di S. Francesco del 1639, Madonna col Bambino e Santi, tela di Giovanni M. Baldassini).



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