Palazzo Ducale




Sorge di fronte al Duomo. E' frutto dell’ampliamento e della trasformazione di un nucleo di edifici medievali:
infatti venne costruito, in forme rinascimentali, a partire dal 1476 per volere di Federico di Montefeltro su disegno di Francesco di Giorgio Martini da Siena. L'opera fu compiuta sotto Guidobaldo. 

Le strutture murarie degli stabili precedenti, tra cui l'antica residenza comunale, sono facilmente individuabili all’esterno, soprattutto nel lato verso valle. All’interno del palazzo si apre uno stupendo cortile, che corrisponde allo spazio in precedenza occupato dall'antica piazza del comune. 
In basso, su tre lati, si succedono le snelle arcate del portico su colonne e pilastri agli angoli; in alto, un piano con eleganti finestre architravate divise da lesene. Attualmente è possibile la visita delle sale al piano terreno, che conservano camini e altri ornamenti architettonici, la copia dello "studiolo" di Federico da Montefeltro (l'originale dell'opera si trova al Metropolitan Museum di New York), nonché dei sotterranei, con interessanti reperti di scavo. Altre ali del palazzo sono adibite a sede di esposizioni temporanee. Il Palazzo Ducale, detto anche Corte Nuova, fronteggia il duomo di Gubbio e fu fatto costruire dal duca di Urbino Federico da Montefeltro nel 1470, in stile rinascimentale, su preesistenti costruzioni medievali. Gubbio faceva parte del ducato di Urbino (1443-1631), era sede di zecca, e il palazzo eretto dal secondo duca (nato nella cittadina, come suo figlio Guidobaldo) era una residenza estiva. Guidobaldo e sua moglie Elisabetta Gonzaga spesso vi soggiornarono e fecero realizzare la foresteria. L'ultimo sovrano di Urbino Francesco Maria II Della Rovere fece allestire, nella dimora eugubina, un giardino pensile. Il palazzo, progettato dall'architetto senese Francesco di Giorgio Martini, è strutturato in due corpi di fabbrica, orientati uno verso la vallata ed il secondo la montagna, congiunti dall'artistico ed arioso cortile centrale. Unico esempio del rinascimento in una città prettamente medievale, il palazzo si distingue per la finezza architettonica e la ricercatezza delle decorazioni, soprattutto nei capitelli del cortile, nei portali e nei camini, i cui fregi furono eseguiti da Bernardino di Nanni dell'Eugenia.



 Dall'armonioso cortile centrale, messo in risalto dalle sfumature dei colori dei mattoni e della pietra serena e dalle finestre del piano nobile ripartite da lesene, si accede all'interno dell'edificio che conserva tuttora alcuni originali elementi ornamentali. Appaiono degni di nota: due armadi lignei secenteschi, i battenti di portone intarsiati ed abbelliti con stemmi dei Montefeltro che si notano pure su raffinate ante di finestre, unitamente ad una serie di angeli musicanti. I saloni del palazzo (come le stanze dei duchi e il bagno di Battista Sforza, consorte di Federico e qui morta) sono contraddistinti dalla presenza di monumentali camini, ma le travature dei soffitti sono state rifatte: l'arredamento originale è scomparso da tempo come il famoso studiolo di Guidobaldo da Montefeltro, venduto, dopo vari passaggi di proprietà, nel 1939, al Metropolitan Museum di New York. Lo studiolo, simile a quello del palazzo di Urbino, fu voluto da Federico e i disegni delle tarsie di Francesco di Giorgio trovarono un'esemplare attuazione dal fiorentino Giuliano da Maiano: i lavori terminarono sotto il regno di Guidobaldo I (1482-1502) che ne dispose maggiormente, per cui sarà conosciuto con il suo nome. Nel 2009 è stata sistemata, nel Palazzo ducale, una pregevole replica dello studiolo, realizzata dalla bottega Minelli di Gubbio.


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