Acquedotto Romano


L’importante sistema idrico della città di Gubbio era alimentato da due acquedotti. Uno proveniva dalla gola del Bottaccione, rifornito dalle vene alla base del Monte Foce, le cui acque, attraversato il muro del bottaccione, venivano convogliate nell’acquedotto voluto dal Comune nel 1327. La costruzione di questa ardita opera, ancora oggi funzionante, permetteva di alimentare una “conserva” d’acqua sopra il Palazzo Ducale che poi veniva distribuita per alcuni quartieri (centro ed ovest) ed alimentava anche le cisterne del Palazzo del Popolo, la Fonte di S. Giuliano e la Fonte nei pressi dei forni dell’Abbondanza. 






L’altro acquedotto era nella zona est della città, alimentato dalle vene tra il monte Ingino ed il monte Ansciano, le cui acque venivano convogliate alla fonti di S. Marziale, di Via Dante e di S. Pietro. Altra importante fonte, detta di Ser Baglione o di S. Verecondo, è in Via Gabrielli e veniva alimentata da una vena che proveniva dal Monte Calvo o Foce, detta sorgente del Fumante.


Oggi vi è la possibilità di percorrerlo tutto a piedi, con una bellissima passeggiata che termina alla Porta di Sant'Ubaldo


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